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FILOSOFIA

Inner-Mysteries“Progressive Witchcraft” (Stregoneria Progressiva) è un termine descrittivo che Janet Farrar e Gavin Bone utilizzano per riferirsi al loro approccio alla Wicca.
Non si tratta, quindi, di una tradizione wicca, ma di una filosofia, un’attitudine, che può essere applicata a qualsiasi tradizione wicca, e probabilmente anche a molte tradizioni esoteriche non wicca. Janet e Gavin utilizzano infatti il termine “witchcraft” per riportare l’attenzione sui praticanti, le streghe, e la loro pratica, piuttosto che su un sistema e sue possibili rigidità.

I concetti focali della Progressive Witchcraft sono lo spirito critico, l’evoluzione della pratica, il lavoro su se stessi e la connessione con il divino.

Crediamo nello studio delle pratiche antiche, ma riteniamo anche che una buona strega debba esser sempre pronta al confronto con se stessa e con gli altri. Questo significa anche che dovrebbe interrogarsi sul senso dell’attuare una pratica antica oggigiorno. Potrebbe rendersi conto che in effetti quella determinata pratica ad oggi, o in luoghi diversi dall’originale, non funzionerebbe; come per esempio il celebrare Lammas come Festa del Raccolto il 1° agosto in Italia ha davvero poco o nessun senso, dato che per noi non si tratterebbe di certo né del primo né dell’ultimo raccolto dell’anno.
Cerchiamo quindi di essere sempre aperti alla discussione e al dialogo, che può essere portatore di ispirazione e chiarezza. Diffidiamo dalle rigidità e dai nozionismi. Studiamo, critichiamo, proviamo, ed eventualmente cambiamo.
“Se funziona, usalo” è uno dei motti della Wicca, e condiviso anche dalla Progressive Witchcraft.

Dato lo spirito critico che ci caratterizza, è inevitabile che la nostra pratica sia in continua evoluzione. Ciò che in passato ci è piaciuto e ha funzionato, ora potrebbe non risuonare più con quello che siamo diventati. O semplicemente abbiamo sviluppato nuovi metodi. E’ evidente che questa evoluzione è fortemente soggettiva, può avere un corso molto diverso persino fra membri della stessa tradizione. E le differenze sono il nostro patrimonio di esseri umani, perché ci danno la possibilità di conoscerci, confrontarci ed imparare costantemente.

lunasCrediamo che una buona strega debba innanzitutto lavorare su stessa, sulla propria ombra, le paure, i blocchi, i talenti inespressi, l’accettazione. Solo così potrà essere in grado di essere in equilibrio con se stessa e con l’universo arrivando ad una connessione con il divino più intensa. Quindi di poter suonare la ragnatela della vita. Ovvero, fare magia.

La magia è lo strumento che ci consente di connetterci al divino e tanto più noi conosciamo noi stessi, tanto più siamo in grado di toglierci la “maschera” di fronte agli Dei e quindi di avere una relazione più “sincera” con loro.

“Non è una buona idea abbracciare la propria Ombra, a meno che non vogliate diventare Hannibal Lecter. Bisogna affrontarla, guardarla bene in faccia, ed eventualmente, scappare a gambe levate” (Janet Farrar).